Recensione: “Chiamami Col Tuo Nome” (2017)

Ciao a tutti! Come state? Finalmente torno a scrivere su questo povero blog!
Oggi vorrei (provare a) parlarvi di un film – e del libro da cui è tratto – che ha deicismente segnato questo inizio dell’anno.
Sto parlando di Chiamami Col Tuo Nome (Call Me By Your Name), romanzo del 2007 di André Aciman e film del 2017 di Luca Guadagnino, con protagonisti Timothée Chalamet e Armie Hammer.
Un film che è diventato un caso, dopo essere stato presentato al Sundance Film Festival dello scorso anno e aver ricevuto una valanga di premi e candidature, e che a fine gennaio è faticosamente uscito anche in Italia.

La trama: “Chiamami col tuo nome” è il racconto dell’attrazione improvvisa e travolgente che sboccia tra due ragazzi, il diciassettenne Elio, figlio di un professore universitario, in vacanza con la famiglia nella loro villa in Riviera e un giovane ospite, invitato per l’estate, il ventiquattrenne Oliver, che sta lavorando alla sua tesi postdottorato. Sconvolti e totalmente impreparati di fronte allo scoppiare di questa passione, i due inizialmente tentano di simulare indifferenza, ma con l’avanzare dei giorni vengono travolti da un’inesorabile corrente di ossessione e paura, seduzione e desiderio, il vero protagonista del romanzo: “II desiderio che è in noi, e non è necessariamente riferito all’altro. Piuttosto l’altro rappresenta la promessa di un avvicinamento alla soddisfazione di questo bramare…”. Quello che Elio e Oliver proveranno in quei giorni estivi e sospesi […] sarà qualcosa che loro stessi sanno non si ripeterà mai più: un’intimità totale, assoluta, un’esperienza che li segnerà per tutta la vita.

Quando ho visto il film per la prima volta e poi ho letto il libro, ho subito pensato che avrei dovuto parlare di questa storia, il motivo principale è che, da appassionata di cinema, quando un film italiano è di qualità, cerco sempre di fare del mio meglio per mandare qualche anima al cinema a vederlo.

L’altro motivo è che Chiamami Col Tuo Nome mi ha letteralmente presa e, anche ora, dopo più di due settimane, ho ancora in testa la colonna sonora, le battute, la storia.

Paradossalmente, la prima volta che ho visto il film, quello che mi ha colpito più di tutti, mettendo quasi in ombra la storia tra Elio e Oliver, è stata l’ambientazione.

Siamo nell’Italia degli anni Ottanta, in pieno periodo elettorale che porterà alla vittoria di Craxi, il Paese è ancorato all’eterna lotta tra i manifesti “vota comunista” e le case in cui ancora campeggia l’immagine del Duce.

Mentre Aciman usa frasi, parole, modi di dire o imitazioni dell’inglese maccheronico per far entrare il lettore nel contesto, Guadagnino si avvale già in partenza di ben quattro lingue per il suo film (inglese, italiano, francese e tedesco) e sceglie di far emergere l’italianità della storia attraverso la famiglia, quella che si ritrova attorno alla tavola per dare il via alle eterne discussioni sulla politica e la società, in cui l’unica cosa su cui sono tutti d’accordo è che nessuno sarà mai d’accordo e che i ragazzi finiranno per allontanarsi, annoiati, dalla discussione.

Ma il regista porta anche sullo schermo la storia di quelle estati italiane che ormai sembrano lontane anni luce, quelle estati un po’ noiose, fatte di spensieratezza, corse in bicicletta, amicizie e prime cotte.

Che si fa qui di solito? Niente. Si aspetta che finisca l’estate. E in inverno allora? Pensando alla risposta che stavo per dargli, sorrisi. Lui capí al volo e mi precedette: “Non me lo dire: si aspetta che arrivi l’estate, giusto?”

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Particolare importanza viene data alla musica, presente in maniera importante fin da subito, tra classica, anni’80 e inediti del compositore Sufjan Stevens, scandisce perfettamente il ritmo della narrazione, tra le ansie, le attese, le gioie e i dolori di Elio e Oliver.

La vera rivelazione del film sono gli attori, in particolare Timotheé Chalamet, interprete di Elio.
Nel libro, i pensieri del ragazzo sono raccontati in prima persona, è quindi “facile” dare voce alle ansie, le paure ma anche all’eccitazione della situazione, tutto il contrario invece nel film, dove il punto di vista è esterno ed è l’attore, attraverso la recitazione a dover dare vita questo quasi inarrestabile flusso di pensiero.

Diverso il caso di Oliver, se nel libro prende vita attraverso gli occhi e la mente di Elio, nel film è un personaggio a sé stante, quasi totalmente nascosto dietro i suoi atteggiamenti da “muvi star star” se non per qualche inquadratura, saggiamente calcolata da Guadagnino, in cui Oliver, lontano dagli occhi di Elio, si “confessa al pubblico” attraverso le sue espressioni.

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Chiamami Col Tuo Nome è stato definito in una miriade di modi, film LGBT, film romantico, film drammatico, è in realtà una storia semplice: è la celebrazione malinconica e delicata del primo amore, quello che, nonostante tutto, lascia in noi una traccia indelebile di quei sentimenti viscerali che si provano per la prima volta, quelli che non ti fanno capire più niente ma che allo stesso tempo ti aprono un mondo intero.

Laddove il film – saggiamente – si ferma, il libro continua, raccontandoci della vita di Elio e Oliver oltre quell’estate italiana degli anni Ottanta, dimostrandoci come certe storie continuino a rimanere con noi, nonostante il tempo e lo spazio.

Se ti ricordi tutto, volevo dirgli, e se sei davvero come me, allora domani prima di partire o quando sei pronto per chiudere la portiera del taxi e hai già salutato gli altri e non c’è più nulla da dire in questa vita, allora, una volta soltanto, girati verso di me, anche per scherzo, o perché ci hai ripensato, e, come avevi già fatto allora, guardami negli occhi, trattieni il mio sguardo e chiamami col tuo nome.

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Da voi Chiamami Col Tuo Nome è arrivato? Lo avete visto e/o avete letto il libro? Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate!

8 pensieri riguardo “Recensione: “Chiamami Col Tuo Nome” (2017)

  1. Ho visto il film qualche settimana fa e spero di riuscire a recuperare presto il libro. Ammetto che non avevo grandi aspettative e invece mi sono ricreduta completamente ! Come dicevi, l’ambientazione è splendida: è l’Italia vista da un italiano e non in maniera magari un po’ idealizzata

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    1. Esatto! Il libro recuperalo assolutamente, ha qualche difetto e, personalmente, mi ha dato sensazioni molto diverse dal film, però ti rimarrà nel cuore.. e te lo dice una che non ama i libri sulle storie d’amore!

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